domenica, giugno 06, 2010

Mons. Fiorenzo Facchini: l'evoluzione umana

Alla luce delle scoperte più recenti di fossili di ominidi, Mons. Facchini traccia su Agorà di Avvenire una sintesi dell'attuale stato delle scoperte scientifiche in ambito paleontologico e paleo-antropologico. Spiega anche come sia errato definire alcuni fossili recentemente scoperti "come anelli di congiunzione", e quanto sia questa "una espressione impropria, da abbandonare", proprio "perché l'evoluzione non è stata lineare", ma avrebbe avuto delle discontinuità ancora non spiegabili.

Molti altri punti sono poi da verificare, come l'ipotesi di un "antenato comune" che "potrebbe riferirsi all'Homo antecessor, formatosi nella discendenza di Homo ergaster o erectus africano e migrato in Eurasia molto anticamente", forse "un milione di anni fa", e del quale "però non abbiamo documentazione".

Anche la presunta differenziazione di Neandertaliani e Uomo moderno potrebbe non essere tale, considerando ad esempio le "ricerche sul Dna nucleare pubblicate nei giorni scorsi", le quali "depongono per la interfecondità tra Neandertaliani e moderni e quindi per una medesima specie, come suggeriscono gli studi paleoantropologici".

Così, Facchini avvisa di evitare "facili semplificazioni nel parlare di specie nell'umanità preistorica, specialmente per popolazioni che potevano comunicare facilmente fra loro".
 
Link SRM, cortesia Avvenire, Agorà

In P. Matteo Ricci "scienza, ragione e fede trovano una naturale sintesi"

Così Papa Benedetto XVI nel suo discorso per l'udienza con le diocesi marchigiane, nel quarto secolo dalla scomparsa di Ricci, missionario in Cina, uomo di scienze e uomo di fede, del quale è necessario ricordare sia "l'inculturazione cinese dell'annuncio evangelico", sia "la presentazione alla Cina della cultura e della scienza occidentali". Anche se "spesso gli aspetti scientifici hanno riscosso maggiore interesse", non si deve "dimenticare la prospettiva con cui P. Ricci è entrato in rapporto con il mondo e la cultura cinesi: un umanesimo che considera la persona inserita nel suo contesto, ne coltiva i valori morali e spirituali, cogliendo tutto ciò che di positivo si trova nella tradizione cinese e offrendo di arricchirlo con il contributo della cultura occidentale ma, soprattutto, con la sapienza e la verità di Cristo".
 
In P. Ricci, ha sottolineato il Santo Padre, "scienza, ragione e fede trovano una naturale sintesi", come quando scriveva «Chi conosce il cielo e la terra può provare che Colui che governa il cielo e la terra è assolutamente buono, assolutamente grande e assolutamente uno. Gli ignoranti rigettano il Cielo, ma la scienza che non risale all'Imperatore del Cielo come alla prima causa, non è per niente scienza».
 
Link SRM, cortesia L'Osservatore Romano

San Tommaso D'Aquino: l'armonia tra fede e ragione

Papa Benedetto XVI ha dedicato la sua catechesi per l'udienza generale di mercoledì 2 giugno al pensiero del grande filosofo Aquinate, il quale, cresciuto "alla scuola di Alberto Magno", realizzò "un'operazione di fondamentale importanza per la storia della filosofia e della teologia" e "per la storia della cultura: studiò a fondo Aristotele e i suoi interpreti, procurandosi nuove traduzioni latine dei testi originali in greco". In questo modo, Tommaso "non si appoggiava più solo ai commentatori arabi, ma poteva leggere personalmente i testi originali", commentandoli così egli stesso e "distinguendovi ciò che era valido da ciò che era dubbio o da rifiutare del tutto". Attraverso questo percorso intellettuale, "mostrò che tra fede cristiana e ragione sussiste una naturale armonia".
 
Ecco "la grande opera di Tommaso, che in quel momento di scontro tra due culture - quel momento nel quale sembrava che la fede dovesse arrendersi davanti alla ragione - ha mostrato che esse vanno insieme, che quanto appariva ragione non compatibile con la fede non era ragione, e quanto appariva fede non era fede, in quanto opposta alla vera razionalità". In questo modo "ha creato una nuova sintesi, che ha formato la cultura dei secoli seguenti".
 
Link SRM, cortesia L'Osservatore Romano