Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha confermato come il dialogo tra fede e scienza sia non solo possibile, ma auspicabile e fecondo, a condizione da una parte di dimenticare "l'orgogliosa autosufficienza dello scienziato che relega la teologia nel deposito dei relitti di un paleolitico intellettuale, superato da chi corre gloriosamente sul luminoso e progressivo viale della scienza moderna", e dall'altra di "vincere la tentazione del teologo che si illude di perimetrare i campi della ricerca scientifica o di finalizzarne i risultati apologeticamente a sostegno delle sue tesi".
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Per il Prof. Ugo Amaldi, Presidente della Fondazione TERA e Docente di Fisica Medica all'Università di Milano Bicocca, quando la Chiesa condannò Galileo, non era possibile prevedere ciò "che sarebbe accaduto nei quattro secoli successivi": da Harlow Shapley, che "dimostrò che il Sole si trova ai margini della Via Lattea", ad "Edwin Hubble che misurò la distanza della nebulosa Andromeda e concluse che essa è un'altra galassia", fino ad arrivare alle attuali teorie sull'energia oscura e la materia oscura".
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