martedì, gennaio 15, 2008

L'Epifania, simbolo dell'armonia tra scienza e fede

La festività dell'Epifania, quando i Magi concludono il loro cammino e raggiungono Gesù Bambino, ha una forte valenza simbolica, sia per l'omaggio che questi antichi scienziati (degli astronomi del tempo) rendono al Salvatore, sia per il loro lungo percorso di ricerca che alla fine li conduce a Dio.

Per Gaspare, Melchiorre e Baldassare, sono proprio lo studio dei fenomeni astronomici, la loro coincidenza con quanto profetizzato dalle Antiche Scritture, e la loro fede, ciò che permette di arrivare a Dio. Per un quarto studioso, partito con lo stesso obiettivo, i dubbi e la mancanza di sufficiente fede sono invece l'ostacolo insormontabile, che lo spinge a fermarsi.

Sull'argomento, analizzato dal DISF in una scheda (link), sono state pubblicati in questi giorni una intervista (link) di Radio Vaticana a Monsignor Luigi Negri (teologo e vescovo della diocesi di San Marino – Montefeltro), e un articolo di Korazym (link).

Monsignor Negri ha spiegato come i Magi rappresentino “la potenza intellettuale che si china all’umiltà di Dio”, e i loro doni simboleggino “la tensione alla verità e anche il senso alla impossibilità di arrivare, da parte della ragione umana, alla verità”.

L'Epifania è quindi “una icona di quella che Giovanni Paolo II nella Fides et Ratio chiamava 'l’inevitabile sinergia di fede e di ragione', che si attua poi con un potenziamento reciproco di queste due grandi facoltà umane”.

E la rinuncia del quarto Mago mostra come “la ricerca della verità” non possa “essere fatta soltanto con un’intelligenza intesa in senso cartesiano-kantiano”, ma debba essere “una ricerca insieme dell’intelligenza e del cuore”.

Citando San Tommaso d’Aquino, Monsignor Negri spiega che “la ragione ricerca inequivocabilmente il mistero dell’essere”, ma lo raggiunge “non senza gravi difficoltà, non senza l’esperienza di rovinosi errori”.

La ragione, da sola, è insufficiente, e solamente “la gratuità della fede può sanare, perché anche la ragione ha bisogno di essere sanata da quella bellissima immagine del Cristo-medico che Benedetto XVI ha evocato in modo così commosso e commovente nella Spe salvi”.

L'insegnamento che la storia dei Magi propone agli uomini, e in particolare ai giovani, conclude Monsignor Negri, è che “l’unica grande moralità dell’uomo è amare la verità più di se stessi. I Magi si sono affidati a un segno, come è la cometa, anziché perseguire soltanto quello che fino ad allora avevano trovato con la loro intelligenza”.
PC