lunedì, marzo 03, 2008

Recensioni: “L'anima e il suo destino”

Monsignor Bruno Forte.

Da L'Osservatore Romano del 2 febbraio 2008

L'Osservatore Romano pubblica due recensioni critiche al libro di Vito Mancuso, “L'anima e il suo destino”.

Mancuso, docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano, affronta il tema dell'anima, della sua esistenza, della vita e della morte, del suo destino.

Già nella lettera di apertura del volume, del Cardinale Carlo Maria Martini, si preannunciava che “il libro incontrerà opposizioni e critiche, ma sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenerne conto”, e nella scheda sul sito dell'editore (Raffaello Cortina Editore), si legge anche che il libro tratta questi temi “criticando alcuni dogmi consolidati”.

Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, autore del primo commento pubblicato dall'Osservatore Romano, parla di una “tensione” insita delle opere di Mancuso, che affronta costantemente il tema “della sfida del male che devasta la terra”, ma anche di “un senso di profondo disagio e alcune forti obiezioni”, che pensa sia necessario mostrare “nello spirito di quel servizio alla Verità, cui tutti siamo chiamati”.

La prima obiezione è verso il tentativo di Mancuso di “vanificare il peccato originale e la sua forza attiva” nell'essere umano, e conseguentemente banalizzando “la stessa condizione umana e la lotta col Principe di questo mondo, che proprio Mancuso (nei suoi saggi precedenti) aveva rivendicato contro l'ottimismo idealistico di Hegel”.

Altro problema, “conseguenza di queste premesse, è la dissoluzione della soteriologia cristiana: se non si dà il male radicale – spiega Monsignor Forte - e dunque il peccato originale e la sua forza devastante, su cui appoggia la sua azione il grande Avversario, la salvezza si risolve in un tranquillo esercizio di vita morale”, senza “tensione agonica” e senza “bisogno di alcun soccorso dall'alto: "salvarsi l'anima" non sarebbe né più né meno che una sorta di autoredenzione”, e non dipenderebbe “dall'adesione della mente a un evento storico esteriore, sia esso pure la morte di croce di Cristo”, né “da una misteriosa grazia che discende dal cielo", e la stessa “risurrezione di Cristo risulterebbe così del tutto superflua”.

Incontro a Bologna sul discorso del Pontefice per La Sapienza

L'Istituto Veritatis Splendor e il Centro Culturale Enrico Manfredini hanno organizzato presso l'Università di Bologna l'evento "Benedetto XVI e La Sapienza. Una lezione da non perdere", un incontro con il Cardinale Carlo Caffarra, Giorgio Israel, Pier Ugo Calzolari e Monsignor Lino Goriup.

Un modo per parlare di cultura, di laicità, di fede e ragione, di tolleranza e dialogo interculturale e interreligioso, partendo dalla mancata lectio magistralis del Pontefice alla “Sapienza”.

Per il Cardinale Caffarra, Arcivescovo di Bologna e Presidente dell'Istituto Veritatis Splendor (fondato dal Cardinale Giacomo Biffi), che ha inviato un messaggio, non potendo essere presente per sopraggiunti impegni, nel costante richiamo di Papa Benedetto XVI all'uso della ragione, c'è “l'incontro di temi teoretici e di preoccupazione pastorale”, l'invito a cercare la verità e il senso dell'esistenza umana e del creato. Le stesse “difficoltà di questa ricerca - ha spiegato - sono al contempo segno della grandezza e della miseria umana”.

Il Cardinale ha anche esortato i giovani presenti a mettere in pratica l'esempio di Dante: “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”

Pier Ugo Calzolari, Magnifico Rettore dell'Università di Bologna, ha sottolineato il valore ma anche i limiti della scienza, in particolare quando, come nel caso delle opposizioni alla lectio e alla visita del Pontefice alla Sapienza, scambia per autonomia culturale il rifiuto il dialogo; un atteggiamento che presuppone di essere possessori di verità assolute, illogico per chi come scienziato dovrebbe usare la ragione, e che rischia di divenire una sorta di “inquisizione laica”.
Ed è singolare, che questo avvenga in Italia, nei confronti del capo della Cristianità, quando è stata proprio la cultura cristiana a dare origine alla laicità.

Per Monsignor Lino Goriup, vicario episcopale per la cultura e per la comunicazione della Chiesa di Bologna, è da evidenziare il modo originale con cui Papa Benedetto XVI, come Vescovo di Roma e come maggiore rappresentante della Chiesa Cattolica, erede di una tradizione millenaria di scienza e di sapienza, si proponga anche come rappresentante di una "sapienza umana", che pone la ragione e la ragionevolezza come l'Incarnazione del Logos divino in Cristo Gesù - può a buon diritto farsi voce di una domanda universale del cuore umano oltre che proporsi maestra di vita e di pensiero. Monsignor Goriup ha successivamente stabilito una suggestiva relazione tra l'allocuzione per La Sapienza e il discorso che il Papa tenne a Pavia nel corso della sua visita pastorale del 22 aprile 2007. Anche in quella circostanza incoraggiò il mondo accademico a ritrovare il senso dell'appassionata e assidua ricerca del vero inteso come verità della vita e per la vita. "Aver reso impossibile l'ascolto della proposta intellettuale e intelligente della Chiesa - ha poi concluso - significa aver perso l'occasione di un prezioso richiamo ad allargare gli orizzonti di una ragione che finisce per smarrirsi quando rinchiude se stessa e il mondo nei limiti della prevedibilità e della ripetizione".

Giorgio Israel, ordinario di matematiche complementari presso l'università di Roma La Sapienza, aveva sostenuto il Pontefice in un'articolo sull'Osservatore Romano, in una intervista a Zenit ed SRM, e in più interventi sul proprio blog e altre pubblicazioni. Anche lui da sempre sostenitore di un possibile dialogo tra ragione e religione, e oppositore di una visione naturalistica della ragione stessa, e deterministica della scienza. La ragione deve aprirsi alla fede, alla spiritualità, alle tradizioni e alla cultura; e una società chge non comprenda questo, che abbia una visione puramente deterministica del mondo e dell'essere umano, rischia una deriva totalitaria.

L'incontro è stato moderato da Ivo Colozzi, ordinario di Sociologia presso l'Università di Bologna.

Fonte L'Osservatore Romano, 2 febbraio 2008