Con la partecipazione di oltre 400 docenti di 26 paesi, gli interventi di 65 relatori, e il discorso del Pontefice, che ha esortato a rilanciare e sostenere lo studio della filosofia, e il suo ruolo di mediazione tra scienza e religione, il Simposio ha dimostrato l'importanza e l'interesse intorno al tema della ragione, dei suoi limiti e delle sue possibilità di ampliamento, nel dialogo con le altre discipline.
Sviluppato sul tema “Allargare gli orizzonti della razionalità. Prospettive per la filosofia”, l'evento era stato suddiviso in quattro aree di studio: filosofia e scienza, filosofia e religione, filosofia e antropologia, filosofia e società.
Tra le conclusioni emerse alla fine delle quattro giornate di studi, certamente importante è l'idea della necessità di considerare la scienza non “come una città unitaria e coerente, con norme metodologiche valide una volta per tutte”, ma come “esplosione del possibile”, e che presenta, essa stessa “questioni” a cui “da sola non può rispondere”.
In questo scenario, appaiono quindi necessari un ripensamento dei “metodi della conoscenza, per rinnovare il rapporto tra ragione e fede come tra percorsi razionali affidabili”, e il giungere ad una “sintesi delle conoscenze in una prospettiva sapienziale”, in cui la religione raggiunge una propria “ragionevolezza intrinseca, sapienziale”, pur restando autonoma nei confronti della ragione filosofica e delle altre discipline.
Ed è proprio il Cristianesimo “la religione che storicamente incarna la ragione sapienziale”, nella quale il logos rende possibile comprendere “la ragione nella sua dimensione storica e insieme ontologica”.
Fondamentale è poi la questione antropologica: “chi è l’uomo?”.
Da questa domanda è necessario “ripartire per ripensare la ragione, poiché essa pone domande cui la razionalità scientifica, calcolante, non è capace di dare risposte”.
Fonte SIR
Sviluppato sul tema “Allargare gli orizzonti della razionalità. Prospettive per la filosofia”, l'evento era stato suddiviso in quattro aree di studio: filosofia e scienza, filosofia e religione, filosofia e antropologia, filosofia e società.
Tra le conclusioni emerse alla fine delle quattro giornate di studi, certamente importante è l'idea della necessità di considerare la scienza non “come una città unitaria e coerente, con norme metodologiche valide una volta per tutte”, ma come “esplosione del possibile”, e che presenta, essa stessa “questioni” a cui “da sola non può rispondere”.
In questo scenario, appaiono quindi necessari un ripensamento dei “metodi della conoscenza, per rinnovare il rapporto tra ragione e fede come tra percorsi razionali affidabili”, e il giungere ad una “sintesi delle conoscenze in una prospettiva sapienziale”, in cui la religione raggiunge una propria “ragionevolezza intrinseca, sapienziale”, pur restando autonoma nei confronti della ragione filosofica e delle altre discipline.
Ed è proprio il Cristianesimo “la religione che storicamente incarna la ragione sapienziale”, nella quale il logos rende possibile comprendere “la ragione nella sua dimensione storica e insieme ontologica”.
Fondamentale è poi la questione antropologica: “chi è l’uomo?”.
Da questa domanda è necessario “ripartire per ripensare la ragione, poiché essa pone domande cui la razionalità scientifica, calcolante, non è capace di dare risposte”.
Fonte SIR
PC