Da L'Osservatore Romano, 10 maggio 2009
Il benvenuto al Papa all'Università di Madaba
All'inizio della cerimonia il Patriarca di Gerusalemme dei Latini Twal, salutando il Papa, ha voluto innanzitutto esprimere "l'onore immenso di vederla benedire la pietra d'angolo dell'Università di Madaba". Quindi lo ha ringraziato per il suo sostegno nella realizzazione di questa grandissima impresa che, anche "per il considerevole incoraggiamento del nostro amato re e del suo onorevole governo" potrà contribuire "alla grande sfida di educare i nostri giovani" affinché abbiano "la possibilità di completare - ha aggiunto - la loro crescita umana e accademica in un ambiente sano". ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)
Appello per la riconciliazione in Iraq e per il diritto di pacifica coesistenza dei cristiani
Cristiani e musulmani insieme testimoni fedeli del giusto e del buono
La traduzione del discorso del Papa all'esterno della moschea Al-Hussein Bin Talal
Pubblichiamo di seguito una nostra traduzione italiana del discorso pronunciato dal Papa, nella mattina di sabato 9 maggio ad Amman, durante l'incontro svoltosi all'esterno della moschea.
Altezza Reale,
Eccellenze,
Illustri Signore e Signori,
è motivo per me di grande gioia incontrarvi questa mattina in questo splendido ambiente. Desidero ringraziare il Principe Ghazi Bin Muhammed Bin Talal per le sue gentili parole di benvenuto. Le numerose iniziative di Vostra Altezza Reale per promuovere il dialogo e lo scambio inter-religioso ed inter-culturale sono apprezzate dai cittadini del Regno Hascemita ed ampiamente rispettate dalla comunità internazionale. Sono al corrente che tali sforzi ricevono il sostegno attivo di altri membri della Famiglia Reale come pure del Governo della Nazione e trovano vasta risonanza nelle molte iniziative di collaborazione fra i Giordani. Per tutto questo desidero manifestare la mia sincera ammirazione.
Luoghi di culto, come questa stupenda moschea di Al-Hussein Bin Talal intitolata al venerato Re defunto, si innalzano come gioielli sulla superficie della terra. Dall'antico al moderno, dallo splendido all'umile, tutti rimandano al divino, all'Unico Trascendente, all'Onnipotente. Ed attraverso i secoli questi santuari hanno attirato uomini e donne all'interno del loro spazio sacro per fare una pausa, per pregare e prender atto della presenza dell'Onnipotente, come pure per riconoscere che noi tutti siamo sue creature.
Per questa ragione non possiamo non essere preoccupati per il fatto che oggi, con insistenza crescente, alcuni ritengono che la religione fallisca nella sua pretesa di essere, per sua natura, costruttrice di unità e di armonia, un'espressione di comunione fra persone e con Dio. ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)