Benedetto XVI et alii, Dio salvi la ragione, Cantagalli, Siena 2007, 191 pp.
Il volume ha un fine molto preciso, come spiega il direttore editoriale nelle prime pagine: dare nuova risonanza alla Lectio Magistralis tenuta dal Papa Benedetto XVI a Regensburg il 12 settembre 2006. In questo modo, potrebbe continuare ed essere promosso un dialogo tra culture e religioni, nella «consapevolezza che tutta la nostra civiltà è intrisa dalla meravigliosa sintesi, attuata dal Cristianesimo, tra il Dio Logos dell’Antico Testamento, il Dio Agape del Nuovo Testamento e l’“Illuminismo” greco» (pp. 6-7).
I primi tre documenti sono interventi di Papa Benedetto XVI nei giorni della sua visita in Germania l’anno 2006. Il primo, la menzionata Lectio Magistralis a Regensburg. Il secondo, l’Omelia tenutasi a München il 10 settembre, incentrata sul bisogno di Dio nel mondo contemporaneo. Il terzo, l’Omelia nella messa celebrata a Regensburg il 12 settembre, nella quale il Papa parlava sulla fede e sull’idea di Dio che ci viene offerta attraverso il Credo, al di là di patologie che possono danneggiare la religione e la ragione.
Vengono offerti, dopo, cinque saggi abbastanza liberi nella forma e nei contenuti.
Da una prospettiva araba e letteraria (e in genere un po lontana dai contenuti del discorso di Regensburg), Wael Farouq offre un’interessante resoconto delle radici della ragione araba, con speciale attenzione alle caratteristiche linguistiche dalle quali essa si nutre.
André Glucksmann diserta sui pericoli che sorgono sia per la fede sia per la ragione se ambedue rimangono staccate.
Sari Nusseibeh elabora alcuni spunti critici sulle parole del Papa sottolineando la diversità che esiste fra razionalità e ragionevolezza, ed evidenziando l’importanza del riconoscimento della dignità umana di tutti come cammino per arrivare alla tolleranza.
Robert Spaemann evidenzia come la negazione di Dio porta verso la negazione della verità e perfino verso la perdita della nozione di «persona» e della fiducia nel mondo; soltanto attraverso una riacquistata fiducia in Dio può essere superata questa situazione e si riapre così un dialogo che superi il pericolo della violenza.
Infine, Joseph H.H. Weiler loda l’autenticità di Papa Benedetto nel sottolineare le proprie convinzioni, un fatto che permette l’inizio di un dialogo credibile e sincero.
I diversi autori parlano con libertà propria della ricerca e dell’invito al dialogo offerto da Benedetto XVI nella sua lezione in ambito universitario. In questo senso, il volume è veramente stimolante, anche attraverso affermazioni che non saranno condivise da tutti, ma che comunque permettono di dare vita alla riflessione sulla fede e sulla ragione che fu il tema centrale del discorso pronunziato dal Pontefice a Regensburg.
Fernando Pascual, L.C.
Il volume ha un fine molto preciso, come spiega il direttore editoriale nelle prime pagine: dare nuova risonanza alla Lectio Magistralis tenuta dal Papa Benedetto XVI a Regensburg il 12 settembre 2006. In questo modo, potrebbe continuare ed essere promosso un dialogo tra culture e religioni, nella «consapevolezza che tutta la nostra civiltà è intrisa dalla meravigliosa sintesi, attuata dal Cristianesimo, tra il Dio Logos dell’Antico Testamento, il Dio Agape del Nuovo Testamento e l’“Illuminismo” greco» (pp. 6-7).
I primi tre documenti sono interventi di Papa Benedetto XVI nei giorni della sua visita in Germania l’anno 2006. Il primo, la menzionata Lectio Magistralis a Regensburg. Il secondo, l’Omelia tenutasi a München il 10 settembre, incentrata sul bisogno di Dio nel mondo contemporaneo. Il terzo, l’Omelia nella messa celebrata a Regensburg il 12 settembre, nella quale il Papa parlava sulla fede e sull’idea di Dio che ci viene offerta attraverso il Credo, al di là di patologie che possono danneggiare la religione e la ragione.
Vengono offerti, dopo, cinque saggi abbastanza liberi nella forma e nei contenuti.
Da una prospettiva araba e letteraria (e in genere un po lontana dai contenuti del discorso di Regensburg), Wael Farouq offre un’interessante resoconto delle radici della ragione araba, con speciale attenzione alle caratteristiche linguistiche dalle quali essa si nutre.
André Glucksmann diserta sui pericoli che sorgono sia per la fede sia per la ragione se ambedue rimangono staccate.
Sari Nusseibeh elabora alcuni spunti critici sulle parole del Papa sottolineando la diversità che esiste fra razionalità e ragionevolezza, ed evidenziando l’importanza del riconoscimento della dignità umana di tutti come cammino per arrivare alla tolleranza.
Robert Spaemann evidenzia come la negazione di Dio porta verso la negazione della verità e perfino verso la perdita della nozione di «persona» e della fiducia nel mondo; soltanto attraverso una riacquistata fiducia in Dio può essere superata questa situazione e si riapre così un dialogo che superi il pericolo della violenza.
Infine, Joseph H.H. Weiler loda l’autenticità di Papa Benedetto nel sottolineare le proprie convinzioni, un fatto che permette l’inizio di un dialogo credibile e sincero.
I diversi autori parlano con libertà propria della ricerca e dell’invito al dialogo offerto da Benedetto XVI nella sua lezione in ambito universitario. In questo senso, il volume è veramente stimolante, anche attraverso affermazioni che non saranno condivise da tutti, ma che comunque permettono di dare vita alla riflessione sulla fede e sulla ragione che fu il tema centrale del discorso pronunziato dal Pontefice a Regensburg.
Fernando Pascual, L.C.