Di Paolo Centofanti, direttore SRM
Da questa settimana "torno" a parlare, su queste pagine e su Fede e Ragione, e in modo più approfondito, dell'immotivato e illegittimo licenziamento che ho subito nel 2005 e delle Sentenze a mio favore in tre Gradi di Giudizio, fino alla Corte di Cassazione. Licenziamento che non può non essere considerato anche alla luce dell'attuale scenario aziendale, più ampio della mia singola vicenda, e decisamente controverso. Al punto che di tale scenario ha ritenuto opportuno parlare anche Papa Francesco, come molti di voi già sapranno e avranno letto qui e altrove, o visto anche dai TG.
Avevo aspettato proprio per dare priorità e tempo a questioni di maggior urgenza e importanza, in un questo periodo così delicato per l'azienda, per le sorti aziendali e lavorative di tanti colleghi, per le loro famiglie, e per chi come me svolge attività sindacale. Ci aggiorniamo a domani mattina con il nuovo articolo, che poco dopo sarà tradotto anche in inglese e spagnolo, come pure questo, i precedenti e quelli che pubblicherò dopo. Ho deciso infatti di rendere più leggibile e comprensibile testi a cui ho dovuto lavorare anche con i miei Legali, e che hanno l'obiettivo di raccontare la mia vicenda.
E ovviamente anche di recuperare la mia reputazione, perduta a causa di un licenziamento illegittimo e immotivato, che mi ha pure descritto agli occhi delle persone per come non sono. Reputazione che sto faticosamente recuperando, dal 2005 ad oggi: ogni giorno, ogni mese, ogni anno, ogni Sentenza positiva, finora tutte, in mio favore. Gli articoli avranno ovviamente anche l'obiettivo, per quanto possibile, di raccontare la situazione attuale in azienda e fuori, le difficoltà che stanno affrontando i colleghi in questo periodo così critico, e in misura minore le difficoltà che deve affrontare chi cerca di difenderli e tutelarli al meglio.
Non voglio annoiare, per quanto riguarda il mio caso, con ripetizioni di concetti e informazioni che alcuni possono aver già sentito o letto sul web o sui giornali. Voglio, posso, devo, solo spiegarli meglio, rispetto pure a come hanno raccontato la vicenda alcuni giornali e siti specializzati, solo alcuni fortunatamente. Perché non ci siano fraintendimenti, ambiguità interpretative, tecnicismi, e soprattutto non ci siano più ombre sul sottoscritto, e si sappia solo e soltanto la verità.