mercoledì, ottobre 28, 2009

Occhi lunghi per guardare le stelle


da  L'Osservatore Romano, 14 ottobre 2009


Occhi lunghi per guardare le stelle

Nell'Anno internazionale dell'astronomia presentata in Vaticano la mostra «Astrum 2009»


di Antonio Paolucci

Nella mattinata di martedì 13 ottobre, nella Sala Stampa della Santa Sede, è stata presentata la mostra "Astrum 2009:  astronomia e strumenti. Il patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo" che sarà aperta presso i Musei Vaticani dal 16 ottobre al 16 gennaio. Oltre al direttore della Specola Vaticana, il gesuita José Gabriel Funes, al presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, Tommaso Maccacaro, e alla curatrice della mostra, Ileana Chinnici, alla conferenza stampa sono intervenuti il direttore dei Musei Vaticani e il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura che, nell'occasione, hanno scritto per il nostro giornale.

Come ci ricorda in apertura di catalogo padre José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana, gli indiani del Keat Peak nella riserva dell'Arizona dove sono installati i telescopi più potenti del mondo, chiamano the people with long eyes ("la gente dagli occhi lunghi") gli scienziati e i tecnici che di notte si ritirano nei loro misteriosi avamposti ipertecnologici a scrutare i limpidi cieli stellati del deserto di altura. Ci vogliono occhi lunghi per guardare le stelle, per penetrare la profondità dei cieli. Però, non bastano gli occhi che Dio ci ha dato. Ci vogliono strumenti assai più efficaci, ausili conoscitivi e tecnici molto più elaborati e affidabili perché lo sguardo diventi davvero lungo. Gli indiani del Keat Peak lo hanno capito, gli uomini di ogni epoca e di ogni cultura lo hanno sempre saputo. 

La mostra che i nostri Musei ospitano nella sala polifunzionale - dal 16 ottobre al 16 gennaio - voluta e promossa dall'Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) e dalla Specola Vaticana, intende offrire alla ammirazione e alla riflessione del pubblico  ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Il cielo tra fisica e metafisica

da  L'Osservatore Romano, 14 ottobre 2009


Il cielo tra fisica e metafisica

di
Gianfranco Ravasi

Nella mattinata di martedì 13 ottobre, nella Sala Stampa della Santa Sede, è stata presentata la mostra "Astrum 2009:  astronomia e strumenti. Il patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo" che sarà aperta presso i Musei Vaticani dal 16 ottobre al 16 gennaio. Oltre al direttore della Specola Vaticana, il gesuita José Gabriel Funes, al presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, Tommaso Maccacaro, e alla curatrice della mostra, Ileana Chinnici, alla conferenza stampa sono intervenuti il direttore dei Musei Vaticani e il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura che, nell'occasione, hanno scritto per il nostro giornale.

"Una volta mi ero trovato in un monastero in cui si pregava per una badessa ormai agli estremi. Un giorno fu esposto un annuncio che diceva:  "Ci si deve attendere il peggio". Il peggio, sembrava dire, sarebbe stato che ella andasse in cielo". Con questo aneddoto segnato da un'ironia bonaria ma non per questo meno pungente, il benedettino Jean Leclercq, importante studioso di san Bernardo e della letteratura cristiana medievale, evocava un simbolo tanto esaltato da tutte le civiltà ma anche un po' esorcizzato proprio per la sua "trascendenza" rispetto all'orizzonte terreno ove abbiamo ben piantati piedi e radici. In modo analogo il celebre asserto finale della Critica della ragion pratica kantiana - "Due cose riempiono l'animo di ammirazione e di riverenza sempre nuove e crescenti, quanto più spesso e a lungo il pensiero vi si sofferma:  il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me" - è nei nostri giorni gaudenti decisamente accantonato. Il cielo, infatti, è nascosto spesso da una coltre di smog e la legge morale è subito tacitata dalla sguaiatezza e dalla superficialità.  ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)