Nel suo intervento di apertura del VI Simposio Europeo dei Docenti Universitari, il Cardinale Vicario di Roma ha esordito affermando che “allargare gli spazi, o gli orizzonti, della razionalità, è un obiettivo centrale e decisivo dell'opera teologica e del Pontificato di Benedetto XVI”.
Il Pontefice, spiega “cerca anzitutto un nuovo accordo della ragione e della libertà con il cristianesimo”, ma vuole anche “venire in aiuto alla ragione umana, nella fase attuale del suo sviluppo storico”.
Una volontà giustificata anche da un “atteggiamento prevalente nella cultura degli ultimi decenni”, di cui Ruini illustra alcuni esempi.
Il primo è un intervento di Massimo Piattelli Palmarini (sul Corriere della Sera del 23 maggio 2008), che replica a una critica di Giorgio Bertorelle (presidente della Società italiana di biologia evoluzionistica), sottolineando come egli e altri 'eminenti evoluzionisti americani, inglesi e tedeschi' siano 'tutti biologi con credenziali scientifiche inattaccabili, tutti perfettamente materialisti, tutti indefettibilmente tesi allo sviluppo di una teoria dell'evoluzione biologica naturalistica'.
Per il Cardinal Vicario, “questo discorso lascia chiaramente intendere che per avere credenziali scientifiche inattaccabili occorra essere perfettamente materialisti e indefettibilmente naturalisti”.
Prosegue poi citando un articolo di Giorgio Israel su "L'Osservatore Romano" (23-24 maggio 2008) scorso, dal titolo 'La realtà ridotta a calcoli matematici e probabilistici. Ma l'uomo non è un dado', e nel quale il matematico della Sapienza citando Augustin-Louis Cauchy, analizza e critica le idee dominanti gli ambienti scientifici, dal tempo di Cauchy, “che aveva superato il materialismo settecentesco”, arrivando poi al naturalismo materialista e al collegato 'materialismo metodologico' del ventesimo secolo , fino ad arrivare poi ad un contemporaneo 'materialismo metafisico, che attribuisce alla scienza il compito di mostrare che ogni aspetto della realtà consiste di processi materiali'.
Ruini condivide le osservazioni critiche di Israel a tali correnti di pensiero, e citando infine il filosofo Jürgen Habermas, che contestava il discorso di Papa Benedetto XVI a Regensburg, attribuendogli 'una piega sorprendentemente antimoderna', spiega come in realtà il Pontefice sia “sostanzialmente più aperto dello stesso Habermas e della 'ragione secolare' di cui egli si pone come interprete (v. articolo Ruini 2 marzo 2007, “Chiesa del nostro tempo”, iii, Casale Monferrato, Piemme, 2008, pp. 472-482).
Tre esempi che mostrano “quanto attuale e decisiva sia l'impresa di allargare gli orizzonti della razionalità”.
Una impresa, prosegue, che “fa parte certamente del mandato del teologo, come emerge dalle parole con cui Benedetto xvi conclude il discorso di Ratisbona: 'Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza - è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla fede biblica entra nella disputa del tempo presente'.
Ma che è anche al tempo stesso compito precipuo “della filosofia, che per sua natura riflette sul rapporto della ragione umana con la totalità dell'essere, e al contempo sul soggetto umano in quanto soggetto”.
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Il Pontefice, spiega “cerca anzitutto un nuovo accordo della ragione e della libertà con il cristianesimo”, ma vuole anche “venire in aiuto alla ragione umana, nella fase attuale del suo sviluppo storico”.
Una volontà giustificata anche da un “atteggiamento prevalente nella cultura degli ultimi decenni”, di cui Ruini illustra alcuni esempi.
Il primo è un intervento di Massimo Piattelli Palmarini (sul Corriere della Sera del 23 maggio 2008), che replica a una critica di Giorgio Bertorelle (presidente della Società italiana di biologia evoluzionistica), sottolineando come egli e altri 'eminenti evoluzionisti americani, inglesi e tedeschi' siano 'tutti biologi con credenziali scientifiche inattaccabili, tutti perfettamente materialisti, tutti indefettibilmente tesi allo sviluppo di una teoria dell'evoluzione biologica naturalistica'.
Per il Cardinal Vicario, “questo discorso lascia chiaramente intendere che per avere credenziali scientifiche inattaccabili occorra essere perfettamente materialisti e indefettibilmente naturalisti”.
Prosegue poi citando un articolo di Giorgio Israel su "L'Osservatore Romano" (23-24 maggio 2008) scorso, dal titolo 'La realtà ridotta a calcoli matematici e probabilistici. Ma l'uomo non è un dado', e nel quale il matematico della Sapienza citando Augustin-Louis Cauchy, analizza e critica le idee dominanti gli ambienti scientifici, dal tempo di Cauchy, “che aveva superato il materialismo settecentesco”, arrivando poi al naturalismo materialista e al collegato 'materialismo metodologico' del ventesimo secolo , fino ad arrivare poi ad un contemporaneo 'materialismo metafisico, che attribuisce alla scienza il compito di mostrare che ogni aspetto della realtà consiste di processi materiali'.
Ruini condivide le osservazioni critiche di Israel a tali correnti di pensiero, e citando infine il filosofo Jürgen Habermas, che contestava il discorso di Papa Benedetto XVI a Regensburg, attribuendogli 'una piega sorprendentemente antimoderna', spiega come in realtà il Pontefice sia “sostanzialmente più aperto dello stesso Habermas e della 'ragione secolare' di cui egli si pone come interprete (v. articolo Ruini 2 marzo 2007, “Chiesa del nostro tempo”, iii, Casale Monferrato, Piemme, 2008, pp. 472-482).
Tre esempi che mostrano “quanto attuale e decisiva sia l'impresa di allargare gli orizzonti della razionalità”.
Una impresa, prosegue, che “fa parte certamente del mandato del teologo, come emerge dalle parole con cui Benedetto xvi conclude il discorso di Ratisbona: 'Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza - è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla fede biblica entra nella disputa del tempo presente'.
Ma che è anche al tempo stesso compito precipuo “della filosofia, che per sua natura riflette sul rapporto della ragione umana con la totalità dell'essere, e al contempo sul soggetto umano in quanto soggetto”.
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