In un articolo su La Stampa, Arrigo Levi, da “non credente”, come lui stesso si definisce, critica e smantella le teorie e le tesi antireligiose di Piergiorgio Odifreddi, tra le quali, come lo stesso Levi afferma, “è difficile trovarne anche una sola che un laico dichiarato come me, che ha più volte spiegato perché non crede in Dio, ma solo nella storia dell’idea di Dio, possa prendere troppo sul serio” .
Le tesi e le conclusioni di Odifreddi, sembrano frutto di un “fondamentalismo ateo”, sono esasperate, poco originali e manichee, e, cosa che Levi giudica ancora più grave, non lasciano spazio al dialogo tra Scienza e Religione: per Odifreddi “questo dialogo è sconveniente”, perché la verità, scondo lui «sta da una parte o dall’altra», e in questo caso, “la Scienza ha sempre ragione, e la Religione sempre torto”.
Arrigo Levi giudica tali affermazioni come “assai poco «scientifiche », “perché la Scienza non conosce dogmi”.
Per Levi, il dialogo tra credenti e laici è non solo possibile e fertile (Levi, citando le parole di Enzo Bianchi, dichiara che “arricchisce il comune «patrimonio di etica e di rispetto».” Ma è necessario: “per salvarci”, occorrono “gli sforzi comuni di tutti gli uomini di buona volontà”.
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