domenica, settembre 30, 2007

I segreti della meridiana della Basilica di Santa Maria degli Angeli

La Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, a Roma, custodisce una meridiana, realizzata nel 1701. Costruita dall'astronomo Francesco Bianchini, per volontà di Papa Clemente XI, la meridiana è situata nel pavimento della Chiesa.

In concomitanza con l'ingresso nell'autunno astronomico, il 23 settembre, la luce solare, attraversando il foro obiettivo, situato sulla facciata della Basilica, si proietta sul pavimento e, seguendo una linea retta, col passare delle ore si sposta gradualmente, fino a sovrapporsi con le ellissi equinoziali. Questo perchè il sole, in quel momento, come spiega Costantino Sigismondi, docente di storia dell'astronomia alla Sapienza, in una intervista a RomaSette, “si trova proprio sull'equatore celeste.”

La meridiana, oltre che importante dal punto di vista artistico e della storia dell'astronomia, lo è anche come testimonianza di un fertile rapporto tra scienza e fede, nella Storia della Chiesa e del Papato.
Fu voluta dal Papa Clemente XI, che proprio nella Basilica aveva celebrato la sua prima Messa, il 6 ottobre del 1700.

Inaugurata il 6 ottobre 1702, 70 anni dopo il caso Galileo, prosegue Sigismondi, “serviva a confermare i parametri su cui era basato il calendario gregoriano, a misurare la lenta variazione secolare dell’inclinazione dell’asse terrestre sul piano della sua orbita e, implicitamente, a dirimere tra il sistema tolemaico e quello copernicano-kepleriano quanto al moto del Sole”.

lunedì, settembre 24, 2007

“Dio salvi la ragione”, una recensione di P. Fernando Pascual LC

Benedetto XVI et alii, Dio salvi la ragione, Cantagalli, Siena 2007, 191 pp.

Il volume ha un fine molto preciso, come spiega il direttore editoriale nelle prime pagine: dare nuova risonanza alla Lectio Magistralis tenuta dal Papa Benedetto XVI a Regensburg il 12 settembre 2006. In questo modo, potrebbe continuare ed essere promosso un dialogo tra culture e religioni, nella «consapevolezza che tutta la nostra civiltà è intrisa dalla meravigliosa sintesi, attuata dal Cristianesimo, tra il Dio Logos dell’Antico Testamento, il Dio Agape del Nuovo Testamento e l’“Illuminismo” greco» (pp. 6-7).

I primi tre documenti sono interventi di Papa Benedetto XVI nei giorni della sua visita in Germania l’anno 2006. Il primo, la menzionata Lectio Magistralis a Regensburg. Il secondo, l’Omelia tenutasi a München il 10 settembre, incentrata sul bisogno di Dio nel mondo contemporaneo. Il terzo, l’Omelia nella messa celebrata a Regensburg il 12 settembre, nella quale il Papa parlava sulla fede e sull’idea di Dio che ci viene offerta attraverso il Credo, al di là di patologie che possono danneggiare la religione e la ragione.

Vengono offerti, dopo, cinque saggi abbastanza liberi nella forma e nei contenuti.

Da una prospettiva araba e letteraria (e in genere un po lontana dai contenuti del discorso di Regensburg), Wael Farouq offre un’interessante resoconto delle radici della ragione araba, con speciale attenzione alle caratteristiche linguistiche dalle quali essa si nutre.

André Glucksmann diserta sui pericoli che sorgono sia per la fede sia per la ragione se ambedue rimangono staccate.

Sari Nusseibeh elabora alcuni spunti critici sulle parole del Papa sottolineando la diversità che esiste fra razionalità e ragionevolezza, ed evidenziando l’importanza del riconoscimento della dignità umana di tutti come cammino per arrivare alla tolleranza.

Robert Spaemann evidenzia come la negazione di Dio porta verso la negazione della verità e perfino verso la perdita della nozione di «persona» e della fiducia nel mondo; soltanto attraverso una riacquistata fiducia in Dio può essere superata questa situazione e si riapre così un dialogo che superi il pericolo della violenza.

Infine, Joseph H.H. Weiler loda l’autenticità di Papa Benedetto nel sottolineare le proprie convinzioni, un fatto che permette l’inizio di un dialogo credibile e sincero.

I diversi autori parlano con libertà propria della ricerca e dell’invito al dialogo offerto da Benedetto XVI nella sua lezione in ambito universitario. In questo senso, il volume è veramente stimolante, anche attraverso affermazioni che non saranno condivise da tutti, ma che comunque permettono di dare vita alla riflessione sulla fede e sulla ragione che fu il tema centrale del discorso pronunziato dal Pontefice a Regensburg.
Fernando Pascual, L.C.

giovedì, settembre 13, 2007

Papa Benedetto XVI: senza verità la scienza è una “terribile minaccia per l'uomo”

Durante il suo pellegrinaggio in Austria, appena concluso, il Pontefice ha visitato il santuario di Mariazell. Durante la celebrazione della Messa, nell'omelia Papa Benedetto XVI ha parlato del rapporto dell'uomo con la verità e dei pericoli di una scienza svincolata dalla verità stessa. “La nostra fede – ha affermato - si oppone decisamente alla rassegnazione che considera l’uomo incapace della verità, come se questa fosse troppo grande per lui”. Ma “se per l’uomo non esiste una verità, egli, in fondo, non può neppure distinguere il bene dal male.”


Senza verità, senza distinzione tra bene e male, la stessa scienza diventa un pericolo: “le grandi e meravigliose conoscenze della scienza diventano ambigue: possono aprire prospettive importanti per il bene, per la salvezza dell’uomo, ma anche, lo vediamo, diventare una terribile minaccia, la distruzione dell’umanità e del mondo”.

Una verità che non può però essere intollerante, ha proseguito il Pontefice, e anche se per noi cristiani Gesù è “l’unico mediatore della salvezza” questo “non significa disprezzo delle altre religioni nè assolutizzazione superba del nostro pensiero”.

Links: Il Tempo - Radio Vaticana