venerdì, agosto 11, 2017

Schiaparelli e il telescopio con cui studiò Marte

Era il 1860, quando Giovanni Virginio Schiaparelli tornava in Italia e veniva nominato secondo astronomo dell'Osservatorio Astronomico di Brera, a Milano. Dopo la laurea in ingegneria nel 1854, aveva trascorso diversi anni all'estero, prima  all'Osservatorio di Berlino, poi all'Osservatorio Imperiale russo di Pulkovo, San Pietroburgo, per studiare e perfezionarsi in astronomia, la sua vera passione scientifica.

Passione che lo portò, a soli due anni dalla nomina all'Osservatorio di Brera, a diventarne anche direttore. Quindici anni dopo, nel 1877, dopo essersi occupato di meteore e comete - attività che lo portò a pubblicare nel 1867 Note e riflessioni intorno alla teoria astronomica delle stelle cadenti - cominciava le proprie ricerche sul pianeta Marte, di cui individuerà e studierà i famosi canali e - che portarono pubblico e scienziati a credere che sul pianeta vi fosse acqua e vita - e le loro origini.

Nature: immoralità, ateismo e religione

L'approfondimento anticipato tra le notizie della settimana

Paolo Centofanti, direttore SRM

Anche tra le persone atee o non credenti esiste un pregiudizio culturale paradossale, per il quale si pensa che chi si rende colpevole di gravi azioni immorali, come omicidi, è più probabile che sia un ateo, anziché un credente o una persona che abbia una qualche forma di religiosità. 

La religione sarebbe quindi vista come una sorta di garanzia etica e morale: chi ha fede sarebbe necessariamente meno propenso a compiere gesti estremamente gravi e moralmente condannabili.