martedì, luglio 13, 2010

Lo scienziato che guardò da un'altra parte

 
L'Osservatore Romano, 3 luglio 2010


Lo scienziato che guardò da un'altra parte

La ricerca deve avere il coraggio di indagare anche dove non si prevede un tornaconto

A colloquio con Aaron J. Ciechanover, Nobel per la chimica 2004
 
Il 7 luglio uscirà il nuovo numero del bimestrale culturale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore "Vita e Pensiero". Anticipiamo ampi stralci di uno degli articoli.


di Carlo Dignola

È uno degli scienziati-medici viventi di maggior talento e premio Nobel per la chimica nel 2004 per aver scoperto come le proteine vengono smaltite dal nostro corpo. La sua famiglia era immigrata in Israele dalla Polonia prima dell'inizio della seconda guerra mondiale, e Aaron J. Ciechanover, nato ad Haifa nel 1947, ha anche servito tre anni nella Marina israeliana, nella quale ha il grado di maggiore. Ma la sua vita è stata dedicata alla scienza:  ha studiato alla Hadassah Medical School dell'Università Ebraica di Gerusalemme e ha ricevuto il titolo di dottore in medicina all'Israel Institute of Technology (Technion), dove oggi insegna.

Lei ha ottenuto il Nobel perché, in anni in cui tutti cercavano di capire come viveva e si riproduceva la cellula, ha studiato la sua morte. Come le è venuta questa idea?

Ricordo bene che in tempi in cui l'intera comunità scientifica cercava di capire come l'informazione genetica del Dna venisse trascritta nell'Rna e come l'Rna formasse le proteine, occuparsi della decostruzione della cellula sembrava una cosa senza alcuna utilità pratica. Per costruire una casa - si pensava - ci vuole un architetto, un capomastro, materiali, immaginazione, artisti, per distruggerla basta un bulldozer. Io e altri abbiamo pensato che tuffarci nella corrente in cui nuotavano tutti non sarebbe stata una grande idea, mentre tentare di fare qualcosa di diverso ci avrebbe offerto più chance. Oggi possiamo dire che avevamo ragione. ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)