Cielo e terra, il perenne connubio
Il confronto tra Chiesa e mondo scientifico alla luce del Progetto STOQ
Di Melchor Sánchez de Toca y Alameda, Sotto-segretario Pontificio Consiglio della Cultura, Coordinatore Generale del Progetto STOQ
Agli inizi del nuovo secolo quale dialogo è possibile tra fede e scienza, tra Chiesa e mondo scientifico? La lunga vicenda di contrapposizioni, e talvolta di chiusure, tra le due diverse prospettive culturali non si è sviluppata senza produrre dolorosi effetti. E proprio la mancanza di confronto tra mondo scientifico e mondo religioso ha generato, come sottolineava il Papa Giovanni Paolo II, a proposito del caso Galileo, «una tragica reciproca incomprensione, interpretata come il riflesso di una opposizione costitutiva tra scienza e fede». Sono così sorti i noti pregiudizi reciproci: pregiudizio della scienza verso la religione, considerata residuo di un passato oscuro, mitico e irrazionale; diffidenza della religione verso la scienza nel momento in cui essa minaccia di ridurre l'uomo, e il mondo, alla sole categorie materialistiche basandosi su un razionalismo ideologizzante e ideologizzato. Il dialogo tra scienza e fede sembra venire a porsi come condizione necessaria alla definizione di nuovi presupposti di collaborazione e di comprensione tra mondo scientifico e Chiesa. Le sfide suscitate dalla meccanica quantistica, dagli studi e dalle nuove teorie astrofisiche, nonché dai nuovi contributi derivanti dalle teorie evoluzionistiche devono potersi tradurre, dopo esigente esame critico, in idee in grado di fornire sostegno e aggiornamento agli studi filosofici e teologici. Ciò tenendo conto del rispetto delle particolarità epistemologiche come condizione necessaria per un dialogo fattivo tra discipline diverse. Il Progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest), nato in seguito al Giubileo degli scienziati, celebrato il 25 maggio 2000, ha raccolto la sfida: superare gli intralci al confronto tra scienza e fede collocandosi in ideale continuità con la commissione di studio del caso Galileo, istituita da Giovanni Paolo II nel 1981. Il nome stesso — STOQ — rivela evidentemente gli obiettivi da perseguire: il dialogo tra scienza, filosofia e teologia. Il Progetto vuole infatti approfondire i problemi epistemologici, storici e culturali soggiacenti al rapporto tra scienza e fede e attuare nelle università pontificie, e a più vasto livello culturale, quella visione organica del sapere auspicata da Giovanni Paolo II nell'enciclica Fides et Ratio (n. 35). Esso rappresenta un mezzo per esprimere, attraverso un vasto ventaglio di iniziative ed attività accademiche, l'attenzione verso un rinnovato dialogo tra teologi, filosofi e scienziati, tra la Chiesa e il mondo della scienza. Il Pontificio Consiglio della Cultura, consapevole dell'importanza di incentivare posizioni di dialogo su questi temi fondamentali per la cultura contemporanea, si è pienamente fatto carico di promuovere questa iniziativa che è in fase di espansione ed è sostenuta economicamente da alcune fondazioni ed organizzazioni, tra le quali anche la John Templeton Foundation. Sono coinvolte ben sei Università Pontificie — Pontificia Università Gregoriana, Pontificia Università Lateranense, Ateneo Regina Apostolorum, Pontificia Università della Santa Croce, Pontificia Università Salesiana, Pontificia Università San Tommaso d'Aquino — impegnate in una serie di iniziative di insegnamento, ricerca e divulgazione, le quali hanno promosso corsi, seminari, cicli di conferenze, congressi internazionali e pubblicazioni raggiungibili anche on-line relativi al rapporto tra scienza e fede. Il progetto è aperto anche alla collaborazione con università, statali e private, europee ed americane ed inoltre prevede l'assegnazione di borse di studio per permettere a giovani studiosi di realizzare indagini e tesi dottorali nell'ambito del rapporto tra scienza e fede. La serietà scientifica delle attività promosse da questo progetto, è garantita da un comitato (Distinguished Programme Development Committee) costituito da sedici membri, tra i quali figurano eminenti personalità di scienziati, di filosofi e di teologi non solo cattolici, tra cui il premio Nobel Werner Arber, Jean-Michel Dercourt, segretario perpetuo delle accademie delle scienze, Michael Heller, membro della Pontificia Accademia delle Scienze, John Polkinghorne, cattedratico di Cambridge per la fisica delle particelle e fondatore della Società internazionale per la ricerca in scienza e religione, Josef Zycinski, membro del Comitato di biologia evoluzionista e teoretica dell'Accademia delle scienze. La compresenza di cattolici e non cattolici nell'ambito di questo comitato scientifico esprime la consapevolezza da parte della Chiesa dell'esigenza di dialogo, di ascolto e di confronto con il mondo scientifico. Questo comitato scientifico di valutazione si incontra periodicamente a Roma per valutare le attività del Progetto STOQ. Il 23-24 febbraio si terrà, nella sala conferenze dell'Hotel Michelangelo, l'incontro del 2008 di questi studiosi. Ad introdurre i lavori sarà monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha mostrato sempre sensibilità ed attenzione particolari nei confronti di tali questioni. Il meeting, in virtù dell'alto profilo scientifico garantito dalle personalità coinvolte, è dunque una ulteriore occasione sia per dare nuovo impulso al Progetto STOQ pianificandone le prossime attività: sia per parlare di scienza e fede in un'ottica costruttiva di rinnovato e fecondo dialogo tra la Chiesa ed il mondo scientifico.
L'Osservatore Romano, sabato 23 marzo 2008, pagina 4