giovedì, gennaio 10, 2008

“There Is a God”.

Antony Flew, Roy Abraham Varghese

La “conversione” di Antony Flew



Con “There Is a God” il libro appena pubblicato negli Stati Uniti per Harper Collins, Antony Flew, il filosofo della scienza autore di “God and Philosophy” (1966) e in passato conosciuto come il più importante esponente dell'ateismo, completa la propria “conversione”.

Già nel 2004 si era definito come “ex ateo”, dichiarando di aver perso le proprie certezze nella non esistenza di Dio.

La spinta determinante era venuta dalla lettura di due libri, “L'Universo Sapiente” (Il Saggiatore), di Gerald Schroeder (ebreo) e “The Wonder of the World”, del giornalista cattolico Roy Abraham Varghese.

E proprio con Varghese Flews ha scritto il libro, in cui spiega il percorso umano e intellettuale che lo ha portato a credere in Dio.

Perchè la sua nuova fede, spiega, non è nata da voci interiori o esperienze mistiche, ma, come lui stesso ha dichiarato in una intervista a
To The Source, “è stata la stessa evidenza che mi ha condotto a questa conclusione”, ovvero ad “essere un deista”, che crede “che Dio è una persona ma non un soggetto con cui si può avere una discussione. È l’essere eterno, il Creatore dell’universo. Accetto il Dio di Aristotele”.

Due sono stati gli elementi principali alla base della sue conclusioni: la “crescente empatia verso lo sguardo di Einstein e altri noti scienziati secondo i quali ci deve essere stata un’Intelligenza dietro la complessità integrata dell’universo fisico”, e il suo “sguardo personale che ha integrato questa medesima complessità”.

Per Flew, che critica Richard Dawkins e gli altri epigoni dell'ateismo militante, in particolare il tentativo di Dawkins di giustificare le origini della vita come semplice frutto casuale di una “occasione fortunata”, in realtà “l’origine della vita e la riproduzione non possono essere semplicemente spiegate da un punto di vista biologico, nonostante i numerosi tentativi che sono stati fatti in questo senso”, e “mentre facciamo sempre più scoperte sulla ricchezza e l’intelligenza della vita, pare sempre meno plausibile che un brodo chimico abbia potuto generare in maniera magica il codice genetico”.

Le origini “delle leggi della natura e della vita, nonché quelle dell’universo, portano chiaramente verso una Sorgente intelligente”.

PC

Fonti: Avvenire, 6 dicembre 2007 -
To The Source