giovedì, gennaio 10, 2008

L'Universo in espansione accelerata mette in discussione la tradizionale teoria del Big Bang

Luigi dell'Aglio intervista William Shea.

In base alla teoria di Newton sulla gravitazione universale, spiega Shea, titolare della Cattedra Galileiana di Storia della Scienza all'Università di Padova, e membro dell'Accademia Reale delle Scienze di Stoccolma (il comitato che assegna i Premi Nobel), dopo il Big Bang, l'espansione dell'universo “avrebbe dovuto attenuarsi”. Invece è stato verificato che “il processo di espansione è sempre più veloce”.

Anche per l'evoluzione termica dell'universo, che dovrebbe “raffreddarsi, lentamente e progressivamente”, le teorie tradizionali contrastano con le oservazioni concrete: “notiamo un cambiamento nello spettro – sottolinea Shea - continuamente confermato dalle osservazioni fatte dai satelliti che girano attorno alla Terra”. E un “altro mistero” è il fatto che la materia sia distribuita nell'Universo “in modo relativamente uniforme, i corpi celesti addensati sono pochissimi; e invece, secondo la teoria newtoniana, per via della reciproca attrazione dei corpi, l'addensamento della materia dovrebbe risultare molto maggiore”.

Varie le teorie che tentano di spiegare tali fenomeni, tra cui quelle dell'americano Alan Guth, di Stephen Hawking con la cosmologia quantistica , della teoria delle “bolle” e del multiverso (pluralità di universi).

“Oggi – spiega Shea - alcuni pensano che esistano molti universi o' bolle', e una di queste 'bolle' sarebbe il nostro Universo. I vari universi si troverebbero l'uno accanto all'altro, ma non potrebbero comunicare fra loro e sarebbero governati da leggi fisiche diverse».

Tra le incertezze, ci troviamo comunque in “un momento di grande impegno per la cosmologia” e in “una fase di passaggio molto affascinante” ed “appassionante soprattutto per i credenti: come diceva Galileo, leggere il libro della natura è come entrare nel disegno del Creatore”.

Nell'intervista Shea ha poi parlato del dialogo tra scienza e fede: “la scienza – ha affermato - non può ignorare la dimensione spirituale del mondo e dell'uomo. E, d'altro canto, i credenti hanno il dovere di studiare la scienza”.

“Parlare di Galileo - ha proseguito Shea, che ha recentemente pubblicato 'Galileo in Rome' e 'Galileo observed', è quindi - attualissimo. Il suo caso può insegnarci a prevenire le incomprensioni”.

Nei giorni scorsi Shea aveva anche confermato l'autenticità del ritratto dello scienziato, opera di Ottavio Leoni.
PC
Da Avvenire del 23 dicembre 2007

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