Di Paolo Centofanti, direttore Fede e Ragione
Il Santo Padre nell’Angelus di oggi, Domenica 26 marzo 2017 in Piazza San Pietro, ha parlato nuovamente del peccato, che ci rende metaforicamente ciechi, e di Gesù che come nel miracolo raccontato dal Vangelo ci salva e ci consente quindi di vedere nuovamente. Ma una nuova vista non è sufficiente, se ci facciamo sviare dalle false luci che luccicano e ci abbagliano, ma ci portano lontano da Dio e ci mettono contro di Lui e contro le altre persone.
“Al centro del Vangelo di questa quarta domenica di Quaresima – ha spiegato il Pontefice – si trovano Gesù e un uomo cieco dalla nascita (cfr Gv 9,1-41). Cristo gli restituisce la vista e opera questo miracolo con una specie di rito simbolico: prima mescola la terra alla saliva e la spalma sugli occhi del cieco; poi gli ordina di andare a lavarsi nella piscina di Siloe. Quell’uomo va, si lava, e riacquista la vista. Era un cieco dalla nascita”.
Questo atto miracoloso, come di consueto nelle Scritture, non ha solo un valore di fede e di narrazione delle opere di Gesù, ma vuole darci un esempio, una metafora di quelle che sono le nostre vite senza Dio, e di come possono cambiare quando ci avviciniamo nuovamente a Lui e da Lui ci lasciamo salvare
http://www.federagione.org/2017/03/26/papa-francesco-vedere-realmente-abbandonando-le-false-luci/