Era il 13 marzo 2013 quando il Cardinale argentino
di origine italiana Jorge Mario Bergoglio saliva al soglio Pontificio per
diventare, di fronte a Dio, alla Chiesa e al mondo, Papa Francesco, 266mo
Pontefice della Chiesa Cattolica. Solo due settimane prima, il suo predecessore
Benedetto XVI aveva volontariamente interrotto il proprio pontificato, dopo
aver rinunciato, queste le sue parole "al ministero di Vescovo di Roma,
Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile
2005", per ragioni di età.
Il 2013 è stato un anno inaspettato per la Chiesa
Cattolica e i suoi fedeli: non solo ha visto le dimissioni di Benedetto XVI, ma
lo ha visto anche rimanere quale Papa emerito della Chiesa Cattolica. Pochi
giorni dopo, la Chiesa aveva il suo primo Pontefice sudamericano, e il primo
appartenente all'Ordine dei Gesuiti. Un Papa che in questi quattro anni, anche
per carattere, ha cambiato molto rispetto non solo a Papa Benedetto XVI, ma
anche al Magistero degli altri suoi predecessori, anche nel modo di comunicare.
Pubblicheremo in questi giorni una analisi dei
cambiamenti che Papa Francesco, comunque in continuità con coloro che lo hanno
preceduto ha portato ad oggi nel suo pontificato: nel Magistero della Chiesa,
nel proprio stile comunicativo; nel modo di intervenire sulle grandi questioni,
spesso per alcune persone anche drammatiche, come l'etica, la Giustizia, la
famiglia, il lavoro.
A Lui vanno i nostri Auguri per un lungo
pontificato, e le preghiere e i sostegno di tutti i fedeli per un compito così
arduo quale è il Ministero Petrino.