da L'Osservatore Romano, 27 marzo 2011
Spazi di dialogo e di fraternità tra credenti e non credenti
Il messaggio del Papa per l'inaugurazione del Cortile dei Gentili
Si è conclusa venerdì sera, 25 marzo, a Parigi, la due giorni sul tema Illuminismo, religione, ragione comune, che ha inaugurato il Cortile dei Gentili, la struttura permanente d'incontro e di dialogo fra credenti e non credenti voluta dal Pontificio Consiglio della Cultura. La serata, svoltasi sul sagrato della cattedrale di Notre-Dame de Paris, è stata dedicata ai giovani. Nel corso dell'avvenimento dal titolo Sul sagrato dello Sconosciuto, che prevedeva momenti di musica, spettacolo, testimonianze, suoni e luci - e che si è tenuto in contemporanea alla veglia di preghiera animata dalla Comunità di Taizé all'interno della cattedrale - è stato trasmesso sui maxi-schermi il messaggio di Benedetto XVI che pubblichiamo di seguito.Questa la traduzione del messaggio indirizzato ai giovani.
Cari giovani, cari amici!
So che vi siete riuniti numerosi sul sagrato di Notre-Dame de Paris, su invito del Cardinale André Vingt-Trois, Arcivescovo di Parigi, e del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Vi saluto tutti, senza dimenticare i fratelli e gli amici della Comunità di Taizé. Sono grato al Pontificio Consiglio per aver ripreso e sviluppato il mio invito ad aprire, nella Chiesa, dei "Cortili dei gentili", immagine che richiama quello spazio aperto sulla vasta spianata vicino al Tempio di Gerusalemme, che permetteva a tutti coloro che non condividevano la fede di Israele di avvicinarsi al Tempio e di interrogarsi sulla religione. In quel luogo, essi potevano incontrare degli scribi, parlare della fede ed anche pregare il Dio ignoto. E se, all'epoca, il Cortile era allo stesso tempo un luogo di esclusione, poiché i "Gentili" non avevano il diritto di entrare nello spazio sacro, Cristo Gesù è venuto per "abbattere il muro di separazione che divideva" ebrei e gentili, "per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto ad annunziare pace..." (Ef 2, 14-17), come ci dice san Paolo.
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