da L'Osservatore Romano, 26 marzo 2010
La lezione di una lunga passeggiata
Un inedito sull'educazione
Nel 1910 giovane docente dell'Accademia teologica di Mosca, Florenskij iniziò un corso di lezioni sulla storia della filosofia. Quando le diede alle stampe, nel 1917, vi premise una breve introduzione metodologica, dove, esponendo la sua originale didattica, metteva in gioco i principi fondamentali del suo modo di concepire l'insegnamento. Queste brevi pagine, spesso citate ma fino a oggi inedite in italiano, saranno pubblicate nel prossimo numero della rivista "La Nuova Europa" che quest'anno compie cinquant'anni di attività, nell'articolo "Lezione e lectio", che riportiamo integralmente.
di Pavel Florenskij
Benché pòiema significhi esattamente "creazione", dovremmo rimanere giustamente perplessi se ci si mettesse a chiamare indifferentemente "poema" qualsiasi creazione. Ma c'è un genere particolare di opera letteraria che ha perso qualsiasi specificazione, al punto che la sua natura finisce per identificarsi col significato etimologico del suo nome. Si tratta appunto della lezione. Giustamente lectio significa lettura.
Ma attaccandosi a questo appiglio linguistico, capita spesso che si applichi il nome "lezione" a qualsivoglia opera letteraria, dissertazione scientifica, articolo di rivista o appendice di giornale, purché venga letta (o pronunciata) davanti a un pubblico; così facendo non si tiene però conto del fatto che, sebbene il nome lezione derivi da lectio, le due cose non sono affatto uguali. Sono concetti subordinati: da un lato non necessariamente una lectio è una lezione, e dall'altro non necessariamente una lezione dev'essere letta davanti a degli uditori, ossia essere una lectio, perché le lezioni possono venire alla luce anche direttamente in forma stampata. .... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)