da L'Osservatore Romano - 14 febbraio 2010)
La vita soggetto di diritto e non oggetto di arbitrio
Il discorso del Papa ai partecipanti all'assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita
La vita soggetto di diritto e non oggetto di arbitrio
Il discorso del Papa ai partecipanti all'assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita
La legge morale naturale è fondamento della dignità della persona e garanzia da manipolazioni o arbitrii nei confronti della vita umana. Lo ha ribadito il Papa sabato mattina, 13 febbraio, parlando ai partecipanti all'assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita.
Cari Fratelli nell'Episcopato
e nel Sacerdozio,
Illustri Membri della Pontificia Academia Pro Vita
Gentili Signore e Signori!
Sono lieto di accogliervi e di salutarvi cordialmente in occasione dell'Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, chiamata a riflettere su temi attinenti al rapporto tra bioetica e legge morale naturale, che appaiono sempre più rilevanti nel contesto attuale per i costanti sviluppi in tale ambito scientifico. Rivolgo un particolare saluto a Mons. Rino Fisichella, Presidente di codesta Accademia, ringraziandolo per le cortesi parole che ha voluto rivolgermi a nome dei presenti. Desidero, altresì, estendere il mio personale ringraziamento a ciascuno di voi per il prezioso e insostituibile impegno che svolgete a favore della vita, nei vari contesti di provenienza.
Le problematiche che ruotano intorno al tema della bioetica permettono di verificare quanto le questioni che vi sono sottese pongano in primo piano la questione antropologica. Come affermo nella mia ultima Lettera enciclica Caritas in veritate: "Campo primario e cruciale della lotta culturale tra l'assolutismo della tecnicità e la responsabilità morale dell'uomo è oggi quello della bioetica, in cui si gioca radicalmente la possibilità stessa di uno sviluppo umano integrale. Si tratta di un ambito delicatissimo e decisivo, in cui emerge con drammatica forza la questione fondamentale: se l'uomo si sia prodotto da se stesso o se egli dipenda da Dio. Le scoperte scientifiche in questo campo e le possibilità di intervento tecnico sembrano talmente avanzate da imporre la scelta tra le due razionalità: quella della ragione aperta alla trascendenza o quella della ragione chiusa nell'immanenza" (n. 74). Dinanzi a simili questioni, che toccano in modo così decisivo la vita umana nella sua perenne tensione tra immanenza e trascendenza, e che hanno grande rilevanza per la cultura delle future generazioni, è necessario porre in essere un progetto pedagogico integrale, che permetta di affrontare tali tematiche in una visione positiva, equilibrata e costruttiva, soprattutto nel rapporto tra la fede e la ragione. ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)