martedì, dicembre 15, 2009

Anche la bruttezza (non la bruttura) può salvare il mondo

da  L'Osservatore Romano, 12 dicembre 2009)

Anche la bruttezza (non la bruttura) può salvare il mondo

di Gianfranco Ravasi

"Il Signore vi parlò dal fuoco. Voce di parole voi ascoltavate. Nessuna figura voi vedevate:  era solo una voce" (Deuteronomio, 4, 12). "Se un pagano viene e ti dice:  Mostrami la tua fede! (...) tu portalo in chiesa e mostra a lui la decorazione di cui è ornata e spiegagli la serie dei sacri quadri" (Giovanni Damasceno, PG, 95, 325). Sono questi i due estremi antitetici di uno spettro cromatico ideale. Esso si apre col gelido precetto aniconico del Decalogo che, sia pure per evidente apologetica anti-idolatrica, aveva intimato l'arresto all'arte sacra d'Israele:  "Non ti farai idolo né immagine  alcuna  di  quanto  è lassù  nel  cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra né di quanto è nelle acque sotto la terra" (Esodo, 20, 4). Ma si è alla fine giunti all'immenso patrimonio artistico cristiano, a cui faceva cenno il cantore delle icone, san Giovanni Damasceno.
 

L'arte è, allora, la narrazione visiva dell'esperienza dell'incontro con un volto, una parola, un'immagine veramente visibile
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