da Avvenire, 7 novembre 2009
Astrobiologia, nuova sfida per teologi
di Gianni Cardinale
Parla padre José Funes, direttore della Specola Vaticana: «Come escludere che vi sia vita, e vita intelligente, nel cosmo?» «Gli scienziati dovrebbero informarsi su cosa è la Chiesa e su cosa dice la Bibbia: molti hanno idee primitive e pensano di avere di fronte la Chiesa di alcuni secoli fa»
È un tema che fa venire le vertigini, quello della possibilità della vita, e della vita intelligente, al di fuori di quella presente nel nostro pianeta. Ma la Chiesa non ha paura di affrontarlo. E lo fa ai massimi livelli. In Vaticano, riunendo i massimi esperti del campo. Merito della Specola Vaticana, guidata dal padre gesuita José Gabriel Funes, argentino, che ne è il direttore.
Padre Funes, perché affrontate una disciplina così particolare come l'astrobiologia?
«L'iniziativa nasce all'interno dell'Anno dell'astronomia. E il tema dell'astrobiologia ci è sembrato particolarmente adatto per la Pontificia accademia, perché richiede la partecipazione di diverse discipline scientifiche: astronomia, biologia, geologia, fisica. Senza contare poi che il tema della ricerca di forme di vita nell'universo è appassionante...».
Si tratteranno solo gli aspetti scientifici del problema o si toccheranno anche le eventuali implicazioni filosofiche e teologiche?
«Certamente queste implicazioni ci sono. Ma in questo convegno sono stati invitati solo scienziati. In futuro se ne potrebbe pensare ad un altro invitando invece filosofi e teologi».
Immaginare la vita intelligente al di fuori del nostro pianeta provoca una vertigine e, a un credente, pone delle domande serie anche su questioni di fede. Lei si è posto questo tipo di domande?
«Più che pormele, mi vengono fatte».
E che risposte dà?
«Qui siamo nel campo delle ipotesi. ... leggi tutto, SRM (cortesia Avvenire)
Padre Funes, perché affrontate una disciplina così particolare come l'astrobiologia?
«L'iniziativa nasce all'interno dell'Anno dell'astronomia. E il tema dell'astrobiologia ci è sembrato particolarmente adatto per la Pontificia accademia, perché richiede la partecipazione di diverse discipline scientifiche: astronomia, biologia, geologia, fisica. Senza contare poi che il tema della ricerca di forme di vita nell'universo è appassionante...».
Si tratteranno solo gli aspetti scientifici del problema o si toccheranno anche le eventuali implicazioni filosofiche e teologiche?
«Certamente queste implicazioni ci sono. Ma in questo convegno sono stati invitati solo scienziati. In futuro se ne potrebbe pensare ad un altro invitando invece filosofi e teologi».
Immaginare la vita intelligente al di fuori del nostro pianeta provoca una vertigine e, a un credente, pone delle domande serie anche su questioni di fede. Lei si è posto questo tipo di domande?
«Più che pormele, mi vengono fatte».
E che risposte dà?
«Qui siamo nel campo delle ipotesi. ... leggi tutto, SRM (cortesia Avvenire)