martedì, ottobre 06, 2009

Il rapporto tra Pavel Florenskji e la natura

Intervista ad Adriano Dell'Asta – 2
 
Pubblichiamo la seconda parte dell'intervista/colloquio di Paolo Centofanti con il Prof. Adriano Dell'Asta, Vicepresidente della Fondazione Russia Cristiana, docente di Letteratura Russa all'Università Cattolica di Milano, e tra i curatori della Mostra Nulla va Perduto, dedicata alla figura di Pavel Florenskji, uomo di fede e di scienza, ucciso nel 1933 dopo anni di persecuzioni.
 
Per Florenskji, sacerdote e filosofo, "ogni cosa creata per lui" diventa "un reinvio a qualcos'altro di più grande". La natura "ci parla", e "le cose create" hanno grande valore, "hanno preziosità [...], perché ci rimandano all'Eterno".
 
Ricordando la propria infanzia, trascorsa in ambienti naturali di grande bellezza, Florenskji affermava: "la mia sensazione era che l'eternità fosse li con me".
 
Un modo di vedere il creato in "una concezione del mondo nello stesso tempo assolutamente realista, perché c'è coscienza che le cose non sono create da me, e nello stesso tempo fortemente simbolica: perché ogni realtà mi rimanda ad una realtà più alta".
 
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