sabato, maggio 30, 2009

Galileo, Tommaso e i Gesuiti


da  L'Osservatore Romano,  27 maggio 2009


Il dibattito ottocentesco sull'astronomo pisano

Galileo, Tommaso e i gesuiti

di Luciano Malusa

È in corso a Firenze, a Palazzo dei Congressi, il convegno internazionale "Galileo 2009". Anticipiamo un estratto di una delle relazioni.

Nel corso del XIX secolo il movimento neotomista in Europa sviluppò una pressione sul papato e sulle scuole cattoliche perché la filosofia cristiana ritornasse allo studio delle opere di san Tommaso, nella misura in cui diversi scritti dell'Angelico Dottore avevano rappresentato il coagularsi di una dottrina razionale in grado di fondare la fede. Occorreva, secondo i seguaci di questo movimento, che una solida filosofia fosse posta a fondamento sia dell'etica pubblica che dell'esercizio della religione cristiana. Il momento di affermazione del neotomismo fu rappresentato da una consacrazione ufficiale da parte del papato, quanto addirittura un'enciclica, l'Aeterni Patris, di Leone XIII, prescrisse nel 1879 per seminari e scuole cattoliche l'adozione della dottrina tomista nell'avviamento e nel consolidamento della filosofia.

Nello sviluppo di questo movimento notiamo l'elaborazione di una dottrina circa la natura che si contrappose alle tendenze del materialismo. Tale filosofia della natura pose dei problemi. Nell'utilizzare le dottrine di Tommaso i pensatori che ritenevano fondamentale il suo pensiero per una genuina fondazione di filosofia cristiana si impegnarono a restaurare la teoria della materia e della forma. Uno dei punti fondamentali del pensiero tommasiano relativamente ai corpi non poteva che essere la visione qualitativa, collegata con la necessità di cogliere le essenze dei fenomeni naturali per comprendere l'insieme delle leggi che regolano il cosmo.    ... leggi tutto, SRM  (cortesia L'Osservatore Romano)