lunedì, aprile 27, 2009

La direzione finale del cosmo

da L'Osservatore Romano, 27-28 aprile 2009. Pubblichiamo (eccezionalmente subito dopo la pubblicazione sull'Osservatore Romano) l'articolo, che anticipa la conferenza del 28 aprile (link) presso il Master in Scienza e Fede dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum


Contrapposizioni superabili tra scienza e teologia

La direzione finale del cosmo

Il 28 aprile presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, e in collegamento con l'Istituto Veritatis Splendor, si tiene una conferenza intitolata "La questione del finalismo nei processi della natura". Ne pubblichiamo alcuni stralci.

di Marc Leclerc
Pontificia Università Gregoriana

Secondo la visione del mondo che regge da quasi due secoli la concezione dominante delle scienze positive, queste costituiscono l'unica conoscenza legittima e verificabile, pur essendosi formate tramite il rifiuto sistematico di ogni causalità finale. Per il Circolo di Vienna, il ruolo della filosofia si limita praticamente a "eliminare le scorie metafisiche e teologiche accumulate da millenni" - secondo l'espressione del Manifesto del 1929 - per purificarne e liberarne le scienze sperimentali e consentire loro di raggiungere la piena maturità, nella perfetta autosufficienza.

Liberare l'uomo dall'illusione delle cause finali diviene un obiettivo essenziale dei neopositivisti. La natura è perfettamente obiettiva e può essere conosciuta a posteriori tramite esperimenti controllabili, con l'aiuto della logica e della matematica, prettamente analitiche e quindi "tautologiche", secondo questa epistemologia.

I tre aspetti indissociabili che costituiscono il postulato fondamentale della "concezione scientifica del mondo" sono l'esclusione sistematica di ogni finalità naturale che accompagna la struttura puramente obiettiva del metodo scientifico e dalla riduzione di ogni conoscenza a ciò che esso può determinare.        ...  
leggi tutto, SRM  (cortesia L'Osservatore Romano)