Il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, si è recato in missione in Bielorussia per incontrare la comunità cattolica e i rappresentanti istituzionali del Paese.
Durante il suo viaggio, Bertone ha tenuto una lectio magistralis all’Università Statale, sul tema: “Fede e ragione: parlare di Dio all’uomo di oggi”.
“Nel legame fra verità e libertà”, ha affermato, “il primato spetta alla prima”; e quando riusciamo a vedere “fede e ragione come due strade rivolte alla conoscenza della verità, si dilegua quella competizione di principio fra loro”.
Purtroppo, nella nostra epoca, è diffuso la concezione di un “nuovo vangelo secolarizzato, agnostico, talvolta ateo”, per il quale la libertà non dipende dalla verità, ma “primeggia su tutto”, ed è misura di sé stessa, mentre per i Vangeli solo la verità può renderci liberi.
Razionalismo e ateismo hanno portato a stravolgere “il nesso uomo-Dio”. Dio non renderebbe libero l'uomo, ma anzi “quanto più l’uomo pone in alto Dio, tanto più si aliena e sottrae a se stesso qualcosa di essenziale”
Nella società odierna, spiega il Segretario di Stato Vaticano, è difficile essere credenti, e anche “parlare di religione e di Dio all’uomo di oggi, in un contesto culturale di progressiva secolarizzazione.”
“Oggi – prosegue - chi parla di religione e di fede ha spesso la sensazione di somigliare ad un clown”, e “non solo chi ascolta è tentato dall’incredulità”, ma “anche nel credente serpeggia la minaccia dell’incertezza”.
L'uomo, in “un mondo che sembra impossibilitato ad andare oltre il fenomeno”, non deve quindi accettare questa ideologia di apparenze, ma “deve ricercare la Gloria di Dio, che è “lo splendore luminoso della verità”.
Link SIR - Radio Vaticana
Durante il suo viaggio, Bertone ha tenuto una lectio magistralis all’Università Statale, sul tema: “Fede e ragione: parlare di Dio all’uomo di oggi”.
“Nel legame fra verità e libertà”, ha affermato, “il primato spetta alla prima”; e quando riusciamo a vedere “fede e ragione come due strade rivolte alla conoscenza della verità, si dilegua quella competizione di principio fra loro”.
Purtroppo, nella nostra epoca, è diffuso la concezione di un “nuovo vangelo secolarizzato, agnostico, talvolta ateo”, per il quale la libertà non dipende dalla verità, ma “primeggia su tutto”, ed è misura di sé stessa, mentre per i Vangeli solo la verità può renderci liberi.
Razionalismo e ateismo hanno portato a stravolgere “il nesso uomo-Dio”. Dio non renderebbe libero l'uomo, ma anzi “quanto più l’uomo pone in alto Dio, tanto più si aliena e sottrae a se stesso qualcosa di essenziale”
Nella società odierna, spiega il Segretario di Stato Vaticano, è difficile essere credenti, e anche “parlare di religione e di Dio all’uomo di oggi, in un contesto culturale di progressiva secolarizzazione.”
“Oggi – prosegue - chi parla di religione e di fede ha spesso la sensazione di somigliare ad un clown”, e “non solo chi ascolta è tentato dall’incredulità”, ma “anche nel credente serpeggia la minaccia dell’incertezza”.
L'uomo, in “un mondo che sembra impossibilitato ad andare oltre il fenomeno”, non deve quindi accettare questa ideologia di apparenze, ma “deve ricercare la Gloria di Dio, che è “lo splendore luminoso della verità”.
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