lunedì, gennaio 07, 2008

“Taking Science on Faith”

E' il titolo di un articolo del New York Times, pubblicato il 24 novembre scorso da Paul Davies, l'autore di “La mente di Dio”, e del recente ''Una fortuna cosmica. La vita nell'universo: coincidenza o progetto divino?'' (Mondadori).
Davies, partendo dal confronto tra la scienza, “la più affidabile forma di conoscenza sul mondo, perchè è basata su ipotesi verificabili”, e la religione, che “al contrario, è basata sulla fede”, spiega come invece la stessa scienza abbia il “proprio sistema di credenze basato sulla fede”.
La scienza infatti “procede sul presupposto che la natura è ordinata in un modo razionale e intellegibile”, e gli scienziati, quando estendono le proprie ricerche oltre i limiti precedenti, si attendono sempre di avere la conferma di tale presupposto. Ciò è maggiormente evidente nelle “leggi della fisica, le regole fondamentali con cui la natura procede”.
Però, si chiede Davis, “queste leggi da dove provengono ? e perchè hanno la forma che hanno ?”
La scienza, spiega Davis, non è in grado di rispondere, e da studenti (raccontando la propria esperienza), si impara a conoscere e “scoprire le leggi e ad applicarle, non a indagare sulla loro provenienza”.
“Perciò – prosegue – per essere uno scienziato devi avere fede che l'universo è governato da leggi dipendenti, immutabili, assolute, universali, matematiche, di origne non determinata”.
Davies continua citando le teorie della pluralità di universi, o multi-verso, per le quali tali leggi potrebbero non essere nemmeno così immutabili e universali, ma variabili da universo ad universo, appunto, localmente, “in una scala mega-cosmica”.
Ma anche qui il problema resta, e viene “semplicemente spostato di livello, dalle leggi dell'universo alle meta-leggi del multiverso”.
Ne consegue che “sia la religione che la scienza sono fondate sulla fede”, sul credere “nell'esistenza di qualcosa al di fuori dell'universo, come un non spiegato Dio, o un non spiegato insieme di leggi fisiche”, e che entrambe, religione e scienza, non sono in grado di spiegare completamente la realtà fisica.
Davies propone di considerare “le leggi della fisica e l'universo che regolano, come parte integrante in un sistema unitario”, e conclude che “finchè la scienza non verrà fuori con una teoria verificabile delle leggi dell'universo, la sua affermazione di essere libera da fede sarà manifestamente falsa”.
PC
Photo credit: Arizona State University - Photographer: Tom Story